L'Indice insulinico (II) è stato introdotto in tempi molto recenti ed è un parametro che misura la produzione dell'insulina dopo l'ingestione di un qualsiasi alimento. L'insulina è un ormone molto importante, in quanto deputato alla crescita e nutrimento dei tessuti insulino-dipendenti (muscolo scheletrico, muscolo cardiaco, tessuto adiposo). E' responsabile del trasporto di glucosio, amminoacidi, grassi e a acidi nucleici verso i tessuti, favorendo quindi la sintesi proteica, lo stoccaggio di riserve di carboidrati e lipidi. L'insulina quindi non interviene soltanto in caso di assunzione di glucidi, ma quando viene introdotto qualsiasi nutriente calorico, col fine di trasportarne i derivati dalla sua sua scissione verso gli apparati predestinati.
L'indice insulinico riporta l'effetto sull'insulinemia e non sulla glicemia; a differenza dell'IG che tiene conto solo dei cibi glucidici, l'II valuta l'intervento dell'insulina anche dopo l'ingestione di proteine e grassi, anche combinati in un pasto misto. Infatti i carboidrati hanno un impatto sull'insulinemia del 90-100%, ma anche le proteine con il 50% e i grassi col 10% causano un suo aumento. Ciò dimostra come l'indice insulinico riesca a valutare come determinati cibi stimolino l'insulina in maniera sproporzionata rispetto all'indice glicemico, e in caso di pasto misto rispetto ai carboidrati e quindi al carico glicemico. A differenza di IG e CG l'indice insulinico tiene conto dei macronutrienti in base alle kcal (calorie) e non ai grammi. Prende come riferimento 239 kcal . Vengono utilizzate le calorie in quanto la risposta insulinica viene valutata meglio esaminando pasti isocalorici (stesse calorie) , che possono presentare diverso contenuto di macronutrienti, rendendo il conteggio dei carboidrati relativo. Gli studi degli anni 90 rilevarono come l'assunzione di cibi proteici in assenza di carboidrati stimolasse ugualmente l'insulina, questo perché le proteine e alcuni amminoacidi essenziali (arginina, leucina, lisina, valina) sono insulinogenici. E' stato osservato come un pasto misto composto da glucidi e proteine provocasse una risposta insulinica superiore, non alterando però la concentrazione di zuccheri nel sangue. Un pasto misto contenente glucidi provoca la maggiore stimolazione di insulina (5-7 volte rispetto all'ingestione di soli carboidrati). In seguito ad un pasto misto i livelli plasmatici di glucosio ed insulina sopprimono la lipolisi e la disponibilità di acidi grassi liberi nel sangue; in seguito avviene il deposito degli acidi grassi del pasto nel tessuto adiposo sotto forma di trigliceridi. Inoltre aumenta il livello degli amminoacidi nel sangue stimolando cosi lo stoccaggio di BCAA (amminoacidi essenziali) nei muscoli.
Anche i cibi altamente proteici( carne, pesce, uova) hanno provocato una risposta insulinica superiore persino a quella della pasta pur presentando IG più basso. Un esempio eclatante di sono i latticini, in particolare il latte, che, grazie alla parte di proteine di siero del latte contenuto in esso provocano una risposta insulinica da 3 a 6 volte superiore a quella glicemica. Il cacao è un altro esempio. I cibi aromatizzati al cacao hanno elevato l'insulina in maniera maggiore rispetto ad altri insaporiti con altri aromi Anche i prodotti di pasticceria e i cibi industriali ( zuccheri raffinati+grassi) hanno provocato una spropositata risposta insulinica rispetto all'IG. Tra i cibi che più innalzano l'insulina troviamo infatti croissant, biscotti, merendine, barrette dolci, gelati e pane bianco. In conclusione si può dedurre che non esiste una stretta correlazione tra IG e II,dato che non sono sempre proporzionali (Alto IG non significa elevato II e viceversa).
E' importante precisare però che un'elevata produzione di insulina causata da sole fonti proteiche ha poche probabilità di provocare accumulo di grasso, proprio grazie all'assenza di carboidrati. L'ipotetico accumulo sarebbe comunque inferiore rispetto alla stessa quantità di insulina provocato da glucidi. Il problema restano i carboidrati, e la loro combinazione con proteine e/o grassi Vengono messe in discussione perciò il metodo Montignac che si basa solo sull'indice glicemico dei carboidrati e la dieta zona che considera la produzione di insulina in base al IG e CG
Il carico insulinico (CI) è un parametro che valuta l'impatto sull'insulinemia di un cibo in base al suo indice glicemico e al suo valore calorico. Si ottiene moltiplicando il valore dell'indice insulinico per l'apporto calorico totale. E' stato introdotto negli anni duemila con l'obiettivo di dare un riferimento quantitativo e non qualitivo sulla secrezione dell'insulina in seguito all'assunzione di un determinato cibo. Infatto come già accennato in precedenza non solo i carboidrati stimolano la produzione di insulina, concorrono infatti anche proteine e grassi. Sono stati effettuati studi che anno dimostrato come il CI è fortemente collegato alla risposta insulinica post-prandiale, risultando più accurato del metodo del contenuto dei carboidrati e del carico glicemico. Successivi studi hanno evidenziato come diete caratterizzate da elevati carichi insulinici possano peggiorare l'insulino-resistenza, aumentare i trigliceridi nel sangue e diminuire i livelli di colesterolo buono negli obesi. In età adolescenziale è stato osservato come una dieta ad elevato CI possa aumentare e condizionare i livelli di massa grassa in età adulta. Infatti l'aumento post-prandiale dell'insulinemia rispetto alla glicemia sembra esser maggiormente implicato in maniera sfavorevole nella ricomposizione corporea. E' inoltre un valido metodo per prevenire e gestire il diabete.
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